2014
SUONO SOLARE: SPOSTANDO IL SOLE
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video proiezione
00:10:36
L’azione ruota attorno alla possibilità di poter spostare il sole attraverso il gioco. Posizionandomi frontalmente al sole con uno specchio circolare creo un raggio che supera i confini degli spazi vitali dell’intimità casalinga. Cercando di invadere la parte oltre il confine entrando nell’osservazione dell’incontro con l’altro che rimane ugualmente confinato dalla lontananza. In questo modo illumino le case che di norma, in quella fascia oraria, il sole lascia coprire dall’ombra. Il raggio che rompe l’intimità ha inizio sia da altri luoghi domestici, quali altri balconi e anche da spazi urbani come marciapiedi o parcheggi, in questo modo il raggio è sia la linea che valica il confine, ma anche lo spazio di confine tra l’urbano e il domestico.
Il mio lavoro racchiude in se la dinamica del gioco. Quando eravamo piccoli in molti, scherzavamo con il riflesso solare, davamo fastidio alla compagna di banco, usando oggetti come la piccola parte specchiante dell’orologio, il righello, o altri oggetti rifrangenti.
L’opera vuole cambiare il fastidio di questo gioco e riprendere la leggerezza e la giocosità del gesto. Ho deciso quindi di spostare questo gioco in una dimensione urbana. “Spostando il sole ho creato” quindi uno spioncino luminoso che porta luce e calore per pochi secondi dentro le finestre delle case e nel paesaggio urbano di Milano.
2014
Spazio Borsi (MI) – curatori Bruna Roccasalva e Marco Scotini. link
Documentazione