Si tratta di un progetto nato da poco e pensato per Mattinata (FG), già anticipato da un’esperimento in quattro abitazioni del paese durante l’estate del 2017, consistito nel gesto sperimentale ma concreto di “portare l’arte nelle case del posto”. Le case interessate da quest’azione sono state tutte abitate e quasi tutte a pian terreno: sia per per una maggiore predisposizione a visite di parenti e conoscenti vari permettendo così un ricambio minimo benché limitato di potenziali fruitori; in secondo luogo perché fino a quando quest’azione non diventa un’iniziativa accettata dalla comunità e protratta nel tempo l’interesse è suggerire un’idea di arte contemporanea e di espediente di cambiamento alla portata di tutti in modo che la si possa assimilare e percepire in maniera più amichevole. Lo scopo è quello di creare espedienti attraverso i quali si possa incuriosire e coinvolgere la comunità in dinamiche e interessi nuovi al paese. A lungo termine l’augurio è che serva a cambiare attitudini, cambiare modi di reagire al nuovo e interagire nella comunità stessa.

Non essendo però possibile entrare in una casa, sconvolgere il quotidiano costruito in anni e decenni di abitudini radicate, facendovi entrare artisti sconosciuti che probabilmente non si vedranno mai più, chiedere di avere la porta aperta a chiunque e al termine della mostra disallestire e sparire insieme ad artisti e lavori anche dalla memoria storica del paese, non si può ridurre tutto l’intento a un solo episodio. Come una pietra che diventa ciottolo dopo diverse mareggiate, se questo dispositivo di allestimento vuole cambiare qualcosa a lungo termine è necessario che entri nel quotidiano, nel privato, gradualmente.

L’azione che si viene a compiere è quella di allestire in case abitate dei lavori di arte contemporanea, in luoghi per cui sicuramente non sono stati pensati, allestendoli sì come se fosse una mostra ma senza promuoverne l’evento o senza imporre eventuali orari di apertura, non è stato richiesto nessun atteggiamento particolare durante questo esperimento, non è stato imposto nessun orario di visita. Si è solo chiesta la disponibilità, per un breve periodo, ad ospitare delle opere in casa, come fossero cari, ma mantenendo inalterato il mobilio ed ovviamente, il modo di vivere.

Chi si reca in queste case a “far visita” si trova inaspettatamente a far visita anche all’opera ospitata.

Passo a trovarti è un augurio.

Passo a trovarti è una promessa.

Passo a trovarti è un’opportunità.

Passo a trovarti è ospitalità.

Passo a trovarti è un dono.

Passo a trovarti siamo tutti noi.