2018
MONUMENTO ALLA PADELLA
Installazione
Petroio, un grazioso borghetto medioevale situato in Toscana che negli anni ha molto sofferto del cambio generazionale.
Piazza S. Pietro, dal nome dell’omonima chiesa che insiste sulla piazza,
è conosciuta dalla maggior parte degli abitanti del paese anche come Piazza Padelle, bizzarro appellativo dagli svariati ipotetici significati. Piazza Padelle ha questo nome perché qualcuno ha visto nella piazza la forma di una padella.
Piazza Padelle ha questo nome perché dopo la ristrutturazione della chiesa di San Pietro risalente alla fine dell’800, la piazza è diventata molto piccola. Piazza Padelle ha questo nome perché rappresenta la piccola piazza del mercato del paese.
Piazza Padelle ha questo nome perché era una piazza del mercato dove andavano le donne.
Piazza Padelle ha questo nome perché è il luogo in cui ci si radunava per mangiare.
Piazza Padelle ha questo nome perché i cacciatori, quando non abbattevano l’animale ricercato, ci si riunivano.
Piazza Padelle ha questo nome perché c’era una bottega che vendeva vino e generi alimentari.
La vera storia è ancora avvolta da un tale mistero che ha suscitato nell’artista l’interesse a realizzare un monumento che potesse raccontare quel pezzo di storia dimenticato. Nell’intenzione dell’artista, il “Monumento alla Padella” dovrebbe essere allestito sulla parete della piazza vicino al nome già presente di “Piazza Padelle”.
Nel Museo della Terracotta di Petroio, l’artista ha inoltre allestito tre teche ricreando dei paesaggi che rievocano un’ambientazione sonora. Il soffio di un leone è l’inizio di un climax ascendente che trasforma un piede di leone rovesciato in una conchiglia, semplicemente affiancandola ad uno strumento Nepalese. Il suono si trasforma poi in una cassa di risonanza (base solitamente utilizzata per realizzare le sfere) adatta sia ad emanare che ad ascoltare il suono della terracotta. Lo sfondo azzurro è un materiale di scarto utilizzato per trattare l’asciugatura della terracotta.
Come terza installazione, l’artista propone monoliti di tufo secchi e bagnati che richiamano la forma della città. La materia è viva e in continuo mutamento trasformando così, giorno per giorno, le cromie delle opere esposte in mostra.