Cosa vedi dalla finestra?
Distesa sul mio letto dormo con la luce della luna che riempie la stanza. Guardo sfumare il satellite pieno nel buio della notte. Quel blu lucente che sembra nero sfoglia i miei pensieri notturni.
Una lettera, un viaggio, un frammento di giornata. L’interrogativo latente segue come un’ombra dormiente la mia Era. Il primo tempo qui è un intervallo inconsapevole di azioni. Una fase temporanea, un ritmo, una circostanza favorevole o sfavorevole all’evoluzione umana, a seconda dei punti di vista.
Nel buio della notte è immerso il mio corpo nudo tra le lenzuola. Sono trascorsi due cicli mestruali e, quindi, sono saltate già due ipotetiche cerette integrali, dalla mia ultima uscita. Dall’inizio di un’epoca, che non è mai stata vigile nella memoria di chi è ancora vivo.
Ogni giorno trascorso in questo spazio il manto cresce inesorabile, forse più veloce del solito perché sa di poter giovare di colture selvagge che rimarranno ancora per un po’ incontaminate.
Non un pelo nello stomaco, ma una pelliccia dall’ipoderma, al derma all’epiderma. Al contrario di me, il mio pelo è libero di andare dove vuole, non ha problemi di agglomeramento. Affolla inesorabile il mio corpo senza protezioni. Sfrega tra slip di una realtà imperturbata che, come dicevo, ha già cambiato colore due volte.
La crescita prude come la voglia che ha l’ombra di seguirmi. Dura un giorno e poi passa, poi ritorna in attesa di una nuova abitudine. Forse l’oscuro selvaggio istinto avrà il sopravvento sulla mia ex quotidianità. Tuttora due sono i centimetri che fanno la differenza nella morbidezza di una pelle ancora giovane.
BAUUUUUUUUU BAUUUUUU
Presentazione del progetto
Settimana V // week V 27 Aprile – 03 Maggio – N°10
Un grazie particolare ad Arianna Fantin